Spendiamo almeno metà della nostra vita combattendo malattie croniche per le quali non esiste una cura definitiva in vista. Pensate che ⅔ delle donne tra i 40 e 50 anni sono sovrappeso e oltre ⅓ sono obese.

Quali sono queste malattie?

Ma è perfettamente possibile prevenire, gestire e curare queste malattie.

Come?

Basando la nostra vita sul ritmo circadiano per noi naturale dal punto di vista evoluzionistico di circa 24 ore.

Praticamente ogni pianta ed animale per adattarsi al ritmo giorno/notte di quasi 24 ore hanno ritmi circadiani controllati da quelli che chiamiamo orologi circadiani, codificati nel nostro DNA. Questi ritmi sono essenziali per la nostra sopravvivenza.

 

Se venissimo rinchiusi in un appartamento senza accesso alla luce naturale e senza orologi, andremmo a dormire verso le 22, avremmo il sonno più profondo verso le 2.00 e verso le 4.00  del mattino il nostro corpo inizierebbe a scaldarsi. Appena vi svegliamo l’ormone del sonno, la melatonina, si riduce ed aumenta invece l’ormone dello stress, il cortisolo. Il picco di performance mentale lo abbiamo il pomeriggio, mentre il picco di performance fisica lo viviamo al pomeriggio tardo. Con il procedere della sera aumenta la melatonina per preparare il corpo al sonno e la temperatura corporea si riduce per supportare il sonno. Questo ritmo si perpetua ogni 24 ore anche se siamo rinchiusi in un posto senza luce naturale e senza orologi. Ciò succede perché ogni singolo gene del nostro genoma si accende e si spegne in differenti momento del giorno. Lo stesso vale per gli ormoni e neurotrasmettitori cerebrali.

Vivere secondo questi ritmo significa vivere in salute.

Quando non rispettiamo questi ritmo perché andiamo a letto tardi per finire un lavoro, guardare la TV, fare i compiti, curare una persona cara,……il giorno dopo non siamo al top delle nostre performances psicofisiche. Se abusiamo del nostro orologio biologico per settimane, mesi o addirittura anni, ci esponiamo alle suddette malattie croniche.

Ogni singola cellula del nostro corpo ha il proprio orologio: quindi ogni singola cellula ha il proprio pico di prestazione in determinati momenti del giorno. E, di conseguenza, ogni organo ha bisogno di riposare e rigenerarsi in altri momenti.

Tutti questi singoli orologi lavorano insieme per determinare i nostri ritmi per il sonno, il metabolismo, l’umore e perfino il microbioma intestinale.

 

Ma come sono connessi questi orologi col mondo esterno?

Attraverso la luce che al mattino entra attraverso gli occhi e così resetta e sincronizza questi orologi. Circa 15 anni fa è stata scoperta una proteina sensibile alla luce blu, la melanopsina, presente in soli 5000 neuroni nel nostro occhio sensibili alla luce e collegati col nostro orologio cerebrale. Questi neuroni sono meno sensibili alla luce, in particolare quella arancione. Infatti la sera, se noi ci esponiamo a luce arancione come quella delle candele, fuoco, vecchie lampadine, la melanopsina non viene attivata. Ciò invia al cervello il messaggio che è buio e di produrre quindi melatonina per farci fare un sonno ristoratore. La mattina se usciamo e ci esponiamo alla luce blu del giorno, la melonopsina viene completamente attivata: ciò sincronizza l’orologio cerebrale col giorno: riduce il sonno e la depressione ed aumenta l’allerta.

 

Ma dove sta il problema?

Spendiamo oltre il 90% del tempo chiusi in casa/lavoro senza luce naturale diretta, la sera siamo esposti costantemente a forti luci blu (lampadine led, computer, tablets, cellulari, TV,…) che attivano la melanopsina che invia segnali confondenti al cervello che pensa che non sia ancora notte e così riduce la produzione di melatonina e la qualità del sonno peggiora.

Durante il giorno trascorriamo il tempo in locali illuminati artificialmente, quindi con insufficienti quantità di luce blu, per cui i segnali inviati al cervello sono confondenti nel senso che pensa che non sia ancora giorno. Ne consegue che tutti i neurotrasmettitori che dovrebbero stimolare il nostro umore non vengono prodotti in quantità sufficiente. Ed ecco spiegata l’insonnia e lo stato “annebbiato” lamentato da molti, che è l’anticamera, nel perpetuare di stili circadiano errati, delle malattie croniche summenzionate. Ciò è particolarmente importante per i bimbi perché il loro cervello è in via di sviluppo: se il loro ritmo circadiano non viene rispettato ma viene “rotto” (quante volte vediamo genitori la sera in giro coi bimbi piccoli a ore assurde…) sono maggiormente esposti a malattie come ADHS ed autismo.

L’idea che abbiamo più bisogno di luce forte durante il giorno e di meno la sera è la base della rivoluzione della luce.

La luce non è l’unico fattore che influenza il nostro orologio: anche il cibo assunto al momento sbagliato può disturbare l’orologio periferico e di conseguenza l’equilibrio metabolico nel nostro organismo esponendoci alle malattie croniche.

COME?

Guardiamo un po’ da vicino cosa succede:

al mattino il nostro stomaco e il nostro microbiota intestinale sono pronti a digerire il cibo. Mangiando la colazione il nostro corpo assorbe carboidrati a sufficienza come carburante e mette da parte una parte di nutrienti come grasso. Lo stesso succede a pranzo e a cena. Dopo l’ultimo pasto, cioè la cena, i carboidrati scendono e secondo il ritmo circadiano il nostro corpo inizia a bruciare i grassi. Dopo qualche ora l’orologio si modula sul modo rigenerazione, attivando enzimi che eliminano tossine, stimolando meccanismi riparatori del DNA, danneggiato durante il giorno. È così che cellule danneggiate della pelle, stomaco, intestino,…..vengono sostituite con cellule nuove in un costante processo riparativo per impedire a sostanze allergizzanti, batteri, ed altre sostanze tossiche di penetrare nel nostro corpo. Ed ecco che dopo 12-16 ore di digiuno il ciclo di rigenerazione prosegue.

Immaginiamo invece di ritardare l’ultimo pasto (non intendo necessariamente la cena, ma tutto quello che mettiamo in bocca anche dopo cena: biscotti, noci, cioccolato, ……..) verso ore tarde: il ritmo si riduce, ovvero le ore di rigenerazione notturne iniziano dopo e non resta sufficiente tempo per disintossicare e rigenerare l’organismo.

Potete ben immaginare che chi mangia entro una finestra di 10 ore ha un ritmo circadiano molto migliore di chi mangia in una finestra di 15 ore.

In merito sono stati fatti interessanti esperimenti sui topi:

sono stati presi due gruppi di topi. Tenete conto che i topi mangiano naturalmente di notte. Sono stati nutriti con la tipica dieta occidentale standard: ricca in zuccheri e grassi, specie vegetali.

Il gruppo A poteva mangiare quando voleva, mentre il gruppo B poteva mangiare solo durante 8-10 ore durante la notte.  Dopo 18 settimane i topi del gruppo A erano morti o malati di malattie croniche, mentre il gruppo B era sano.

Quindi il gruppo A è stato messo ad alimentarsi solo di notte: dopo neanche 12 settimane i topi erano sani. Senza farmaci.

Interessante notare che gli esperimenti sono stati fatti anche dando ai topo una dieta sana: comunque il gruppo che poteva mangiare quando voleva diventava obeso e malato.

Quando mangiamo è ugualmente importante di cosa e quanto mangiamo.

La conseguenza ovvia di questi esperimenti è stato il replicarli sull’uomo. Dapprima è stata creata una APP con cui l’utente ha fotografato cosa mangiava inviando le foto all’orario in cui mangiava. Ne emerge che la maggior parte delle persone mangia per almeno 15 ore! Così prendendo persone dismetaboliche ed obese e riducendo la finestra in cui mangiavano da 15 a 10 ore senza modificare la dieta, dopo soli 3 mesi il peso si riduce, aumenta l’energia e la lucidità, l’umore e la qualità del sonno migliorano: in pratica si riducono le malattie sia fisiche che mentali. Gratis per di più!!!

 

Da questi studi è emerso anche che l’orologio circadiano potenzia l’efficacia di quasi ogni farmaco assunto per qualsiasi patologia. Ciò significa che in determinati momento del giorno il determinato farmaco è più efficace e curativo, mentre se dato nel momento sbagliato può essere nocivo e foriero di effetti collaterali anche gravi.

Ciò vale non solo per l’assunzione di farmaci ma anche per la programmazione di interventi chirurgici. Allo stesso modo per pazienti neoplastici varia fare la chemio- o radioterapia al mattino o al pomeriggio.

 

L’idea di contare passi e calorie per curare la propria salute è ormai preistorica!

 

 

 

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Finalmente con la Dr.ssa Cristina Tomasi sto imparando a tenere cura del mio corpo benissimo e mi sento sempre meglio, Grazie

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